LA STORIA
TERRA RICCA DI TRADIZIONI E CULTURA
LA STORIA
L'UNICITÀ DEL NOSTRO TERRITORIO
La storia dei Sanniti si interseca con quella di altri popoli, come gli Etruschi, i Greci, i Celti e, quasi in un continuo conflitto, con i Romani. Erano le genti più caparbie e dal temperamento più risoluto fra tutte le popolazioni della penisola, coloro ai quali, più di ogni altra cosa, era sacra la libertà e che hanno combattuto strenuamente per difenderla.
Il Sannio, terra di verdeggianti colline e lussureggianti vallate affonda le radici del suo orgoglioso passato nell'antichità. Il Sannio, dall'osco Safinim e dal latino Samnium era la regione storico-geografica abitata dal popolo dei Sanniti tra il VII e il VI sec. a.C. ed i primi secoli del I Millennio d.C.
I Sanniti o Sabelli erano tribù di origine ellenica organizzate in una confederazione detta Lega Sannitica.
Le principali tribù di cui era composta la Lega Sannitica erano i Caudini, gli Irpini, i Pentri e i Carracini. Secondo la leggenda, i Sabini, antico popolo italico, dopo aver a lungo guerreggiato contro gli Umbri con i quali si contendevano il predominio dell'Italia centrale non potendo prevalere su di essi, decisero di sacrificare agli dei tutti i nati di quell'anno nel caso avessero sconfitto gli Umbri.
Centro fiorente di commercio e di arte, ubicata alla confluenza di importanti strade consolari, ossia la Via Appia, la regina viarum, che da Roma portava a Brindisi, la Via Latina, e la Via Traiana che da Benevento accorciava le distanze per l’Oriente, si contendette con Roma il primato per l’eleganza e la dovizia dei monumenti.
L'Arco di Traiano ed il Teatro Romano edificato nel II secolo d.C. per volontà dell'imperatore Adriano sono le strutture monumentali ed architettoniche che meglio testimoniano, per la grandiosità e lo stato di conservazione, lo splendore della città di Benevento durante la dominazione romana. In seguito alle invasioni barbariche che determinarono il crollo dell''impero romano d'Occidente nel 472 d.C., Benevento fu saccheggiata dai Goti e poi riconquistata dalle truppe dell'imperatore romano Giustiniano tra il 536 ed il 537.
Timeline
474 a.C.La discesa in Campania
I Sanniti compaiono nella storia con la discesa in Campania e favoriti dal decadere della potenza etrusca dopo la seconda battaglia di Cuma (474 aC.). La conquista di Capua è secondo Livio (IV, 37) del 421, secondo Diodoro (XII, 31) del 438; dopo Capua, in anno non precisato, i Sanniti s'impadroniscono di Cuma (greca), gli abitanti superstiti della quale riparāno a Napoli. Dell'occupazione delle altre città non si ha notizia diretta: sono nomi senza dubbio sanniticiquello dell'antica Moera, cambiato in Abella, e quello di Pompei, Pompaios. Città nuove sembrano Casilino (Capua), il cui nome si confronta con Casilas, nome di una curia di Gubbio, Atella e Nocera Alfaterna, che ha alcuni paralleli in territorio osco-umbro; Nocera Camellaria, nel territorio degli Umbri, e Nocera Terinese, nel territorio dei Bruzî.354 a.C.Il contatto coi Romani
I rapporti dei Sanniti con Roma cominciano già nella prima metà del sec.IV e si riassumono in modo più o meno adeguato nel concetto di Guerre Sannitiche. Guerre di cui la tradizione conserva un ricordo confuso e che per essere ricostruite nei loro singoli elementi pongono bene spesso problemi disperati; è persino dubbio se davvero siano state tre e se tutte le volte che si parla di Sanniti si debbano intendere davvero i Sanniti o per avventura i Sabini. Una prima notizia certa parla di un trattato d'alleanza (anno 354; Liv., VII, 19; Diod., XVI, 45). Nel 343 un'aggressione dei Sanniti ai Sidicini determina un intervento romano che si conclude con una nuova alleanza. Nel 325 si compie il fatto decisivo che arresta l'espansione sannitica: l'intervento dei Romani in Apulia attraverso il passaggio liberamente concesso da Marsi, Peligni, Marrucini nei loro territori.321 a.C.Le forche Caudine
Le lotte che ora si succedono fino verso la fine del secolo comprendono questi momenti salienti: vittoria sannita a Caudio (321) con umiliazione dei Romani prigionieri sotto il giogo e insufficienti garanzie di sicurezza strappate ai Romani; battaglia vittoriosa di Lautulae (315).295 a.C.La battaglia delle nazioni
Uno degli episodi culminanti fu poi la Battaglia di Sentino (295) in cui i Romani riescono vincitori e i Sanniti sono costretti a ripercorrere le zone montuose per rientrare nel Sannio. Il successo dei Romani sarà poi consacrato dalla colonia di Venosa (291) e dalla conquista delle città di Venafro e Alife sul Volturno. Nel 272-268 si compie la sottomissione dei Sanniti attraverso paci separate con gl'Irpini, i Pentri e le città del territorio caudino. La colonia di Benevento (268) separa gl'Irpini dai Pentri e assicura una terza strada, la più breve, verso l'Apulia. La colonia latina d'Isernia (263) e larghe annessioni di territorio nel bacino del Sangro separano i Pentri dai Sabelli.225 a.C.Le guerre puniche e i Sanniti alleati di Roma
Durante la guerra annibalica, mentre Capua è un centro di ribellione che resiste per anni all'assedio romano, il Sannio è relativamente tranquillo. Nel 225 aC., all'inizio della seconda guerra punica, secondo i dati di Polibio (II, 24), il Sannio aveva messo a disposizione dei Romani 70.000 fanti e 7000 cavalieri.83 a.C.La guerra sociale e la fine della nazione Sannitica
Nella guerra sociale i Sanniti compaiono insieme con i Frentani e con gl'Irpini (Appiano, I, 39) nella lista dei popoli ribelli. La loro partecipazione non è agl’inizi in prima linea; gli avvenimenti principali si svolgono in territorio sabellico. Solo quando le cose si mettono male a settentrione, si trasporta la capitale federale da Corfinio a Isernia (anno 88), che diventa nuovo centro di resistenza. Dopo che con le sostanziali concessioni romane la guerra si poteva considerare finita, i Sanniti, insieme con i Lucani, si trovano coinvolti nelle lotte interne fra partigiani di Silla e di Mario, legati a quest'ultimo. Così nella battaglia decisiva di Preneste (anno 83) i Sanniti al comando di Caio Ponzio Telesino hanno una parte preonderante: ma, sconfitti, sono sterminati sotto le mura di Roma. È la fine della nazione sannitica.